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Oggi voglio prendermi 10 minuti per raccontarvi una storia che fa davvero riflettere, ed è una storia vera, che ho vissuto in prima persona negli ultimi mesi.

Mi succede, anche con una certa frequenza, di intercettare richieste di consulenza che sono più un “parafulmine” che richieste di aiuto vere e proprie.

Mi spiego meglio, anzi uso un esempio concreto:

Il signor Tal dei Tali mi contatta in cerca di consigli a supporto del suo progetto.

Io gli fornisco un servizio di consulenza a 360 gradi, illustrando l’assetto ideale per la sua attività in ogni dettaglio. Nel frattempo però Tal dei Tali acquisisce una certa confidenza rispetto al suo progetto, e si lascia affascinare qua e là da singoli prodotti o servizi differenti da quanto abbiamo condiviso. In linea di massima il destino di questo ipotetico cliente non è disastroso.

Però non è come avrebbe potuto essere: non al massimo delle sue potenzialità, ecco.

Adesso torniamo a noi, perché non è questa la storia che voglio raccontare oggi: è invece quella di Mariella, una cliente che ha fatto un percorso esattamente opposto e che io definirei… esemplare.

Ho conosciuto Mariella al telefono, mi ha contattato lei: cercava consigli per il progetto di un’area ludica nella zona di Salerno, precisamente a Baronissi.

Mi sono bastati pochi minuti per comprendere che la persona all’altro capo del telefono era particolarmente ricettiva: la sua capacità di ascolto attivo, le domande (sempre pertinenti e puntuali) che mi rivolgeva, il desiderio di acquisire e comprendere ogni suggerimento, ogni piccolo spunto…

La faccio breve: Mariella è stata, fin dall’inizio, la cliente “ideale”.

Col giusto mindset si può realizzare qualsiasi cosa

Quella breve telefonata, che sono felice di aver intercettato, ha segnato l’inizio di un’avventura bellissima, tanto per lei quanto per me.

Tutto questo accadeva circa 8 mesi fa.

Dopo ci siamo incontrati e abbiamo esaminato da vicino la sua idea di ludoteca. Il suo era un progetto modesto, basato sull’impiego di piccoli capitali di proprietà e onestamente privo di grandi ambizioni.

Ma se devi sognare, tanto vale sognare in grande“:

se non ricordo male è questo ciò che le ho detto in quell’occasione, perché volevo che valutasse altre opzioni. E Mariella ha capito: ha siglato il suo mandato per la finanza agevolata ed ha partecipato a un bando pubblico per cavalcare un sogno più grande e più bello.

Nel frattempo, su mio consiglio, ha cominciato a studiare: e sarò sincero, quando le ho consegnato il mio primo libro “Come aprire una Ludoteca” non mi sarei mai aspettato che lo facesse suo fino a quel punto. Mariella non era certo la prima persona a leggerlo, ma è stata con tutta probabilità quella che più di tutti ne ha fatto uno stile di vita professionale.

Qualche mese più avanti ci siamo incontrati di nuovo in occasione del Corso di Formazione “Masterclass” per ludo-imprenditori.

Sono rimasto piacevolmente colpito dalla grande concentrazione di quella ragazza in origine così timida e spaesata, che si ripresentava qui preparata e pronta per portare avanti il suo progetto. Ho voluto premiare la sua ricettività, e le ho proposto un salto ancora più in alto: una sala innovativa e completamente sperimentale (PlayZone Galaxy Formula), pensata non solo per i bambini, ma anche per intrattenere ragazzi e adulti senza limiti di età.

E così è nato il PlayZone Baronissi, che aprirà le porte fra una quindicina di giorni.

Detto fra noi, sarà un evento incredibile (a proposito, presentiamo Galaxy sul posto il 29 Gennaio), ma non è questo il punto.

Il punto è nell’approccio che questa ragazza ha adottato nel chiedere aiuto, affidarsi, comprendere e agire.

Nella linearità che c’è stata, in lei, fra tutte queste fasi, senza mai perdere il focus o dubitare della buona riuscita dell’operazione.

Lasciarsi guidare e riporre la propria fiducia in qualcuno, per quanto gli si riconoscano capacità e competenze più che adeguate, può risultare difficile e faticoso.

Ma è così che si fa qualcosa di veramente grande, nuovo e ben fatto.

Oggi so che Mariella mi darebbe ragione.

In bocca al lupo Mariella!

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