Non c’è ombra di dubbio!
Le chiusure domenicali saranno un danno per imprese, occupazione e consumi.
Le nuove disposizioni del Ddl sulle chiusure domenicali sono un’involuzione e un rischioso passo indietro rispetto alla libera concorrenza del mercato. Ci saranno pesanti ripercussioni a livello di fatturato, posti di lavoro e consumi, la cui portata non è ancora del tutto chiara, favorendo così un clima di incertezza oltre al rischio di danni per l’economia del Paese e la sua attrattività per investitori esteri.
Inoltre, deroghe, distinguo, specifiche e concessioni di opinabili interpretazioni potrebbero generare caos ed un aggravio di oneri burocratici alle imprese.
E’ ormai un diritto fondamentale e acquisito, quello dell’esercizio della libera concorrenza, esercitata nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, che devono vedersi riconosciute le condizioni previste e le compensazioni adeguate, a partire dalla giornata lavorativa della domenica e delle festività.
Il solo franchising, che in Italia vale oltre un punto percentuale di PIL, con un giro d’affari di oltre 24 miliardi di euro l’anno, 52.000 punti vendita e che dà lavoro a 200mila persone, tra cui numerosissimi giovani e donne potrebbe risentirne negativamente.
Numeri che questa misura, fuori dal tempo e dal buon senso, ostacolerebbe fortemente.
Le attività ludiche che da sempre lavorando prevalentemente nei giorni festivi e durante il weekend, domenica inclusa, subirebbero un calo importante di entrate.
Il principio di questa disposizione nasce con l’intento di far tornare il culto del nucleo famigliare e degli affetti, che potrebbero essere ritrovati fuori dalla frustrazione della vita frenetica e degli impegni lavorativi.