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Nasce Fondo Impresa Donna: agevolazioni per l'imprenditoria femminile

FONDO IMPRESA DONNA

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per le donne imprenditrici

Si comincia con 40 milioni di euro, ma alle donne il PNRR riserva ancora altri 400 milioni di euro.

Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto interministeriale teso a ufficializzare il Fondo Impresa Donna, un fondo che ha l’obbiettivo primario di rafforzare gli investimenti a sostegno dell’imprenditorialità femminile. L’intenzione è ovviamente quella di incentivare, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, la partecipazione e la presenza delle donne nel vasto mondo delle imprese, aiutandole a mettere in campo le loro competenze e avviare così nuove attività imprenditoriali e perché no? progetti innovativi.

Ecco cosa troverai in questo articolo

Come e perché nasce il Fondo Impresa Donna

Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, include fra i suoi obbiettivi principali quello di incrementare l’occupazione femminile di quattro punti percentuali entro il 2026. 

La ragione principale è piuttosto banale: c’è ancora molto lavoro da fare per colmare il divario di genere. Lo dimostrano i dati sull’occupazione riportati nel Piano stesso, che riportano una quota di autonomi occupati molto più alta per gli uomini che per le donne: parliamo di un 7,1 per cento contro il 3,5 per cento di quote rosa.

È evidente quindi che il Fondo Impresa Donna vuole essere uno strumento operativo funzionale al raggiungimento degli scopi fissati dal PNRR, nello specifico:

  • promuovere l’imprenditoria femminile, sistematizzando e ridisegnando gli attuali strumenti di sostegno rispetto a una visione più aderente ai fabbisogni delle donne
  • sostenere la realizzazione di progetti aziendali innovativi per imprese già costituite e operanti a conduzione femminile o prevalente partecipazione femminile (digitalizzazione delle linee di produzione, passaggio all’energia verde, ecc.);
  • sostenere l’avvio di attività imprenditoriali femminili attraverso la definizione di un’offerta che sia in grado di venire incontro alle necessità delle donne in modo più puntuale (mentoring, supporto tecnico-gestionale, misure per la conciliazione vita-lavoro, ecc.);
  • creare un clima culturale favorevole ed emulativo attraverso azioni di comunicazione mirate che valorizzino l’imprenditorialità femminile, in particolare, presso scuole e università.

Il testo, non ancora disponibile, è stato firmato anche dal Ministro dell’economia e delle finanze e dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia. A seguire, passerà alla Corte dei Conti per la registrazione. La piena operatività è prevista orientativamente per il mese di Marzo.

A chi è destinato il Fondo Impresa Donna

Il Fondo Impresa Donna si rivolge a:

  • cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne socie;
  • società di capitali, con quote e componenti del cda per almeno due terzi al femminile;
  • imprese individuali la cui titolare è una donna;
  • lavoratrici autonome.

Quanto ai settori di appartenenza, vanno dall’industria, all’artigianato, ma anche trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo. 

Sarà possibile richiedere finanziamenti e contributi a fondo perduto sia per avviare nuove attività imprenditoriali che per realizzare progetti innovativi.

Quel che è certo è che le imprese già esistenti e le nuove imprese non saranno trattate esattamente allo stesso modo, e che le donne disoccupate avranno le condizioni di accesso più vantaggiose in assoluto.

Come saranno distribuiti i 400 milioni del Fondo Impresa Donna

Come accennato, il Fondo Impresa Donna mette in campo 400 milioni di euro per la creazione di imprese da parte di donne.

Il Fondo nasce in realtà con una dotazione di 40 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno via via i 400 milioni previsti dal PNRR, secondo un piano di distribuzione delle risorse così organizzato:

  • 25 milioni per il 2021
  • 50 milioni per il 2022
  • 75 milioni per il 2023
  • 100 milioni per il 2024
  • 100 milioni per il 2025
  • 50 milioni per il 2026

In corso d’opera è previsto anche un processo di monitoraggio dell’azione, tanto che un primo bilancio dovrà già essere fatto nel 2023, quando le imprese finanziate dovranno essere almeno 700.

Come funzioneranno le agevolazioni del Fondo Impresa Donna

Anche se il testo non è ancora ufficiale, c’è già una panoramica abbastanza dettagliata sui parametri d distribuzione delle risorse.

Posto che in ogni caso la sede legale e/o operativa dell’impresa deve essere collocata in Italia, sono ammesse imprese costituite da meno di un anno e le persone fisiche che intendono avviare l’attività purché si costituiscano entro 60 giorni dall’esito positivo di valutazione della domanda. Nel caso di lavoratrici autonome, fa fede l’apertura della partita Iva, da presentare anch’essa entro 60 giorni. 

Esiste poi, come già accennato, una distinzione tra le imprese nascenti e quelle in fase di consolidamento

Nel primo caso, infatti è previsto il contributo a fondo perduto, che copre fino all’80% delle spese ammissibili fino a un massimo di 50mila euro (per programmi di spesa entro i 100mila euro). Per le donne disoccupate invece la percentuale sale al 90%. Se il programma prevede invece spese superiori a 100mila euro e fino a 250mila euro, la copertura scende al 50%.

In caso si trai di imprese già esistenti e quindi di consolidamento d’impresa, le cose sono un po’ diverse.

  • Se l’impresa è costituita da almeno un anno e non più di tre, le agevolazioni si presentano per il 50% come fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino all’80% delle spese ammissibili
  • Se invece l’azienda ha più di tre anni le spese di capitale circolante sono agevolate solo con il fondo perduto, mentre quelle di investimento anche con il finanziamento agevolato. Sono ammissibili però soltanto le spese sostenute dopo la presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, dopo la data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita Iva. È inoltre previsto un voucher fino a 5mila euro da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa (di cui 3mila euro per servizi di Invitalia)

Gli incentivi sono concessi con il regime di esenzione delle regole Ue sugli aiuti di Stato (se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber), oppure in regime “de minimis” (aiuti complessivi per 200mila euro in tre anni). Prevista anche la cumulabilità con altri aiuti di Stato. 

Sono ammissibili spese per per impianti e macchinari, immobilizzazioni immateriali, servizi cloud per la gestione, personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato nell’iniziativa agevolata.

Da tenere presente anche alcuni vincoli: se i legali rappresentanti o amministratori sono stati condannati con sentenza definitiva per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli appalti, questa condizione è considerata motivo ostativo al finanziamento. Stesso discorso anche in caso di  trasferimento dell’attività prima che siano trascorsi tre anni dal completamento del programma di spesa.

Una dotazione del Fondo, per concludere, è destinata alle  iniziative di promozione dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università.

Al momento non è stata fissata una data di avvio delle domande, ma sappiamo che tutte le richieste si dovranno presentare online attraverso la piattaforma di Invitalia. Verranno quindi valutate secondo l’ordine cronologico di presentazione con criteri di merito che vanno dal progetto alle potenzialità di mercato. Per le iniziative ad alta tecnologia è inoltre previsto un Bonus.

Riepilogo

Il Fondo Impresa Donna rientra nel PNRR e ne costituisce strumento fondamentale per ridurre la disparità di genere in campo imprenditoriale. Prevede finanziamenti a fondo perduto o agevolato a seconda che si tratti di imprese non ancora costituite, donne disoccupate o imprese in fase di consolidamento. Si attende il testo definitivo dell'iniziativa con ulteriori dettagli.

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